Un’esplosione di suoni e divertimento in chiave country, punk, rockabilly e tex mex. Un caleidoscopico di generi e sensazioni che rende The Vandoliers un vero e proprio manifesto della loro poetica musicale in grado di abbinare fiati mariachi e ritmi countrypunk ispirandosi a grandi band come Pogues, Flogging Molly, Mavericks, Waterboys, The Clash, Joe Ely, Los Lobos, Uncle Tupelo e Turnpike Troubadours. Una band che si esalta ancora di più nella dimensione live facendo alzare il pubblico dalle sedie e catapultandolo nei saloon di frontiera tra Texas e Messico dove “si è troppo ubriachi per guidare ma non così ubriachi per smettere di bere”.
I Vandoliers sono stati formati nel 2015 da Joshua Fleming, in seguito allo scioglimento del suo trio punk The Phuss e un'infezione agli occhi che lo ha lasciato quasi cieco per otto settimane. Durante la convalescenza Joshua ha scoperto al Marty Stuart Show le somiglianze tra punk e country e ha scritto di getto il materiale che sarebbe diventato l'album di debutto dei Vandoliers, Ameri-Kinda. Con l'aiuto del produttore John Pedigo (The O's), Fleming ha messo insieme un supergruppo con membri di noti gruppi folk e metal locali come i Whiskey Folk Ramblers, Vinyl, Revolution Nine e Armadillo Creek.
L’album successivo, The Native, è stato registrato nello stesso studio in cui Willie Nelson ha realizzato Red Headed Stranger ed è stato pubblicato nel maggio del 2017, segnando la rinascita del movimento cowpunk, e portando i Vandoliers in tour con Reverend Horton Heat e gli Old 97's.
Nel 2019 è stato pubblicato Forever per la Bloodshot Records con Cory Branan e i Lucero.
I Vandoliers hanno macinato in questi anni chilometri ed esperienze continuando a ampliare gli orizzonti del loro sound