La carriera di Michael McDermott comincia nel 1991 con il disco capolavoro 620 W Surf. La critica lo accoglie con clamore definendolo “the next big thing”. Con il cuore al folk del Village e l'anima al rock'n'soul che da Springsteen attraversa tre decadi di grande musica, McDermott ha nel tempo assestato altri ottimi capitoli discografici e ha lentamente trovato una propria dimensione artistica, lontano dai clamori degli esordi ma più consona alla sua odierna natura di maturo storyteller.
Nel nuovo disco St. Paul’s Boulevard Michael McDermott ritrova il grande chitarrista David Grissom e soprattutto guarda senza indugiare dritto negli occhi tutti gli scheletri del suo passato glorioso e tormentato in un viaggio personale e universale che lancia un messaggio alle nuove generazioni contro la brama di successo.
Il rocker di Chicago riceverà il Premio Tenco internazionale alla carriera sul palco del Teatro Ariston di Sanremo. Un riconoscimento prestigioso che lo porta nell’Olimpo dei cantautori insieme a Tom Waits, Joni Mitchell, Leonard Cohen, Willy DeVille, Jackson Browne, Caetano Veloso e Fabrizio De Andrè.
Questa la motivazione del Club Tenco:
Se scegli di fare la rock-star potresti non avere vita facile, anche se un maestro di best-seller come Stephen King dice di te che sei “forse il più grande talento del rock and roll da scoprire degli ultimi vent’anni”. Come tale si segnala subito, all’inizio degli anni ’90, ma le complicazioni esistenziali sono in agguato: droga, alcool, vita notturna vagabonda per il St. Paul's Boulevard della natale Chicago. Poi un lento e faticoso reinserimento e il ritorno a una dimensione artistica che conferma il giudizio di Stephen King. Venticinque album in cui racconta sé stesso, la sua famiglia e le persone che hanno attraversato la sua vita, di cui proprio St. Paul's Boulevard è la testimonianza più recente.