Chris Jagger

Chris Jagger

Cosa significa essere il fratello di Mick Jagger, frontman della rock band più importante della storia?
Una domanda scomoda, da evitare, sulla quale Chris Jagger ha sempre glissato dietro un velo di timidezza e al tempo spesso fierezza verso il proprio percorso musicale.
Un percorso inevitabilmente marchiato dal legame con i Rolling Stones e influenzato dal blues e dal folk, dall’Irlanda e da New Orleans.

Chris Jagger è una di quelle figure interessanti per la sua poliedricità: ha composto oltre 100 canzoni ed una dozzina di album, alcuni da solista, altri con la sua band Atcha.

Per la prima volta è Chris Jagger in persona a porsi questa domanda e raccontare la sua vita nell’autobiografia Talking to Myself e nel nuovo disco Mixing up the Medicine, entrambi editi da BMG. Il titolo del disco rivela l’amore sviscerato di Jagger per Dylan e per quel tipo di canzone americana che ha influenzato tanto lui quanto gli Stones. Talking to Myself è un lungo viaggio, sfaccettato, esilarante, profondo; un viaggio di formazione di due fratelli cresciuti a Dartford nel Kent, per i quali naturalmente la musica esercita un ruolo fondamentale a cominciare dalla condivisione dell’amore per il blues, per proseguire con la storia degli Stones ed infine le peripezie delle esperienze di viaggio in India, Pakistan, Afghanistan e Israele. Mixing Up the Medicine è stato realizzato insieme al pianista e storico collaboratore Charlie Hart. Un disco eclettico che si snoda tra le varie sonorità esplorate da Chris nella sua storia, dal blues al folk, dal rock ad ai ritmi jazzati di Hart ed al R&B, da accenni funky e reggae, al cajun ed allo zydeco.  Oltre a Charlie Hart, Chris ha chiamato a raccolta altri amici di vecchia data e musicisti eccelsi, come Olly Blanchflower al contrabbasso, Dylan Howe alla batteria, nonché il produttore John Porter (che ha collaborato tra gli altri con gli Smiths, i Rox Music, Buddy Guy, BB King ed Elvis Costello) il quale a sua volta ha coinvolto nel progetto Neil Hubbard, già chitarrista di Bryan Ferry e Joe Cocker.

E ovviamente non poteva mancare il fratello Mick che duetta sul singolo Anyone Seen my Heart?

Dal punto di vista lirico, la grande intuizione alla base del disco è legata all’incontro poetico di Chris Jagger con la poesia di Thomas Lovell Beddoes, poeta ed autore di teatro inglese dell’800 che ha colpito l’immaginario di Chris in quanto citato da Pound e che costituisce il punto di riferimento per diversi brani del disco, tra i quali figura anche Talking to myself, tratto direttamente dalla sua biografia.
Ciò che unisce le canzoni, a detta dello stesso Chris è una certa crudezza, ma anche la scioltezza, frutto di un senso di profonda sinergia tra i musicisti.
Mixing Up the Medicine è un album gioioso, grondante il senso della ricchezza della vita che traspare da un uomo che vive la sua esistenza a 360° e che da oltre 20 anni alleva polli e pecore insieme a sua moglie e a una numerosa famiglia nella fattoria di Glanstobuty.

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